L'evoluzione del caso umano, sebbene possa sembrar difficile da accettare, non ha creato solamente esempi palesi di rincoglionimento acuto del genere maschile. Esseri inconfutabilmente deprecabili, da evitare più della peste bubbonica del '600. L'evoluzione ha anche previsto lo sviluppo di "non casi umani", minchioni non evidenti, dotati di un'intelligenza superiore alla media, savoir faire, cultura infinita e altre doti capaci di far sbavare anche la parte più frigida racchiusa in ognuno di noi.

Questa tipologia di casi umani la possiamo definire come Homo Defecatio Invisibilis. Defecatio, perchè ovviamente merda. Invisibilis, perchè è quasi impossibile accorgersene. Un po' come l'estratto conto della carta di credito, ci si rende conto di aver speso in mutande Tezenis l'intero ammontare del mutuo sulla casa solo dopo un mese dal misfatto.

Si tratta di una categoria estremamente pericolosa, capace di logorare dall'interno come i tarli del legno, abituati a sgranocchiare fin quando il nostro costosissimo tavolino da salotto si trasforma in un groviera. I defecatio invisibilis si insinuano nella nostra vita, ci fan perdere la testa, ci compran la casa al mare e in montagna, ci fanno sfornare due squadre di calcio di pargoli e poi ci fottono. E non nel senso di farci raggiungere dodici orgasmi a giro.

Immaginatevi una vita da film americano. Una casa grandissima arredata con mobili di buon gusto, una carriera di successo, due figli adorabili laureati ad Harvard, l'invidia di tutto il vicinato e, ovviamente, un uomo che vi ama alla follia. Nessun scheletro dentro l'armadio o polvere nascosta sotto i tappeti, grazie anche ai quattro maggiordomi filippini sottopagati che provvedono a tutto.

Ora, ricordate il film Matrix vero? In una scena portante del film, Keanu Reeves ha un banale déjà-vu. Sufficiente per far scatenare la qualunque, compresi cazzi roteanti che ti si ingroppano a tradimento (le lettrici e i lettori che, leggendo l'ultima frase, han provato un brivido erotico possono incominciare a riflettere sulla pochezza della loro vita sessuale!).

Lo stesso avviene quando si ha a che fare con un defecatio invisibilis. Si manifesta nei piccoli gesti, impercettibili campanelli d'allarme che avvisano che la guerra nucleare sta per esplodere. Vostro marito stamattina si è dimenticato di salutare il cane prima di uscir di casa, come è solito fare da 35 anni? Cazzo, siete fregate. Buttate pure i cosmetici, vendete gli oggetti di valore e forse vi salverete dalla vita sotto i ponti. Oppure spendete gli ultimi risparmi in un ringiovanimento vaginale, potrebbe ritornar utile quando sarete costrette a battere per mantenervi.

A differenza del pallorum, il defecatio invisibilis non vive nella menzogna. Non dice bugie, semplicemente tralascia di dir le cose. Quindi, se vi siete sempre chieste che cosa fa il vostro partner durante l'ora di straordinario, state tranquille sta lavorando. Si, per la malavita, espianta reni da poveri clochard per il mercato nero... si è semplicemente scordato di dirvelo.

Quindi, mie care lettrici e miei cari lettori, osservate sempre attentamente il vostro partner. Se, stranamente, si è dimenticato i fari della macchina accesi non prendete la cosa con leggerezza. Da li a poco potreste scoprire verità scottanti quali l'inclinazione sfrenata per vestirsi di soli impermeabili al parco, il rivendere i vostri filmini hard home-made su ebay, il seviziare gli animali da cortile dei vostri vicini (cani, gatti, galline, oche e pecore... ogni buco è trincea) o, peggio, lo strisciare le mutande dopo la palestra.

Per una volta date ascolto alla Carfagna. Occhi non solo aperti, ma ben spalancati.

Vi siete persi una puntata della nostra rubrica e non riuscite più a ricostruire l'evoluzione del caso umano?
Nessun problema, basta cliccare il tasto "Recap"

"Nessuno nasce imparato" diceva l'insegnante di educazione fisica del prestigioso liceo di Basilea che frequentai in giovane età.


Piccole defaillances culturali, infatti, si perdonano a tutti (tranne i monosillabi accentati, perchè ricevere un sms con scritto "stò ancora a lavoro, rimani in ufficio ancora un perché sono ancora quà,e faccio sicuramente tardi" farebbe venire un'orchite anche ad un beato martire), ma ci sono casi in cui si rimane basiti per la totale ignoranza del mondo che lo circonda da parte del caso umano.

Tutti ci siamo imbattuti in un homo inettus, quello che si mette i guanti pure per avvitare una lampadina, per capirci.
La patologia in esame rende l'uomo assolutamente incapace di svolgere una qualunque attività pratica che non coinvolga gli ormoni e che implichi una stretta connessione cervello-arti inferiori e/o superiori.
Dopo più e più volte che ha caricato la lavatrice con lo svelto, che si è lavato i capelli con il balsamo, o che ti ha fatto tornare a casa di corsa perchè è saltata la luce e lui non ha la minima idea di dove sia il quadro elettrico, è chiaro che non gli chiederai mai più di fare alcunché, per la conservazione non solo della specie, ma soprattutto del tuo appartamento.


Ma non è di questa malattia che voglio parlare in particolare oggi. C'è un'altra patologia, silenziosa ma letale... quella dell'homo ignarus, l'uomo che mostra una totale e completa ignoranza del pianeta in cui si trova, tanto da farti pensare che probabilmente è originario di un lontano satellite di Saturno.

Questo esemplare, sembra un uomo assolutamente normale, ma quando meno te l'aspetti pone domande o fa osservazioni a cui la reazione dell'interlocutore/trice è complessa e passa per tre fondamentali fasi.


FASE UNO: CHEEEEEEEEEE?. Così, ci si fa ripetere la domanda o l'osservazione per essere sicuri di aver capito bene.

FASE DUE: Risata di scherno. In base alla situazione pratica in cui si è manifestato l'homo ignarus, tale fase può però realizzarsi in vari modi. Si potrà così avere la risata in piena faccia, la risata interiore, il sorrisetto a mezza bocca nononhounaparesièchesetiridoinfacciapoitioffendi, la finta indifferenza che però nasconde dentro un indice puntato verso l'uomo patologico, abbinato ad un simpsoniano "A-HA".


FASE TRE: Caduta di palle (sia per uomini che per donne) e l'inevitabile quesito "ma dove hai vissuto fino ad oggi?".

Mi rendo conto che quesa patologia può sembrare di difficile comprensione, ed è per questo che ora procederò illustrando alcuni casi pratici.


1. Tipo&Tipa a cena con dei parenti di lei. La padrona di casa è una matronale signora romana la quale con orgoglio porta il contorno dichiarando che si tratta della sua specialità: carciofi alla romana (scontato, lo so).
Tipo:"E questo cosa è?"

Tipa:"Un carciofo, caro!!!!""

Tipo: "Tipa, amore ciccina cucci cucci, QUESTO MI PIACE?"

Tipa: "Io penso di sì, zuccherino patatino".

Conati di vomito tra gli astanti.

Poi però si insinua il dubbio tra i commensali...checazzodidomandaè???
La matrona, con fare cordiale ma chiaramente curioso, si rivolge al tipo mascherando la sua perplessità dietro un gioviale sorriso:"Come mai questa domanda, Tipo?"
Tipo:"No, sa signora, io non ho mai visto un carciofo, è che IO NON MANGIO ROBA VERDE, perché è un colore che non mi piace. Mia madre lo sa così non compra cibi verdi, per questo non so cosa sia questa cosa che mi ha appena servito".
Inutile dire lo sforzo di tutti per non ridere in faccia a Tipo, onde evitare di sputargli addosso simpatici pezzi di carciofo masticato, ma solo perchè il verde è un colore che non gli avrebbe donato.


2. Tipo&Tipa in macchina di Tipa. La ragazza parcheggia la sua macchina non proprio nuovissima e chiede a Tipo se gentilmente può inserire la sicura perchè, oltre che un catorcio, la vettura in esame è anche uno sfigatissimo modello base senza la chiusura centralizzata.
Tipo: "Ah sì, come si fa?"

Tipa:"Guarda premi quel tastino accanto alla maniglia, grazie".

Alla fine della serata Tipa accompagna a casa Tipo e dopo averlo lasciato davanti al portone gli chiede di nuovo di inserire la sicura dal lato passeggero.

Tipo:"Aspetta, com'era che si faceva?"

Tipa:"Sempre lo stesso tastino accanto alla maglia".

Tipo:"Ah ecco! Ma che strana sta cosa, NON HO MAI VISTO UNA MACCHINA CON LA SICURA ALLE PORTIERE".

Evidentemente tipo va in giro con golf cart.



3. Pasquetta, Tipo&Tipa escono con gli amici per godersi una simpatica gita al mare. Durante il pranzo uno dei componenti della compagnia chiede a Tipo di prendere i supplì. Tipo fa una faccia a dir poco perplessa e chiede:"Quali sono i supplì?".
Sulla tavolata di amici si alza un'enorme nuvoletta degna di Topolino il cui testo è più o meno il seguente:"..."
Tipo:"Eh scusate, io non ho mai visto un supplì, sono quei cosi di riso?" e, non pago, di fronte alla reazione di tutti i presenti (la risata in piena faccia n.d.r.), cerca di trovare una giustificazione plausibile per giustificare razionalmente tale sintomo di homo ignarus...
"sapete...io sono di Torino".

4. Tipo&Tipa decidono di trascorrere un simpatico pomeriggio insieme. A un certo punto Tipa mostra con orgoglio il suo nuovo ammennicolo per cellulare (quei cosi privi di un qualsiasi scopo che si appendono accanto allo schermo e che, nella migliore delle ipotesi, si illuminano al buio, hanno 12 campanellini fastidiosi che fanno da colonna sonora a qualunque conversazione e che riproducono i più inutili animaletti):"Guarda che carino!! L'ho comprato ieri!!!!".

Tipo:"Ah, e come mai ti piaceva questo gatto assurdo rosa e viola?"

Tipa:"Ma è lo stegatto di Alice nel Paese delle meraviglie!!"

Tipo:"E che è?!?"

Tipa:"Ma il cartone animato di Walt Disney!!!"

Tipo:"Ah Disney è quello di Topolino, vero?"

Tipa:"...CHEEEEEE? Ma, tesoro, da piccolo non hai mai visto i cartoni animati???"

Tipo:"Sì, certo. Vedevo solo Holly e Benji".

Tipa:"Che brutta infanzia!!"

Tipo:"Ah, no dai alla fine facevo altro se non vedevo Holly e Benji...GIOCAVO A CALCIO".

Mie care lettrici e miei cari lettori, oggi mi preme di introdurvi un nuovo pericolosissimo esemplare di caso umano di cui sicuramente avete avuto notizia: l'Homo Pallorum. E lo faremo, come nostra consuetudine, analizzando un caso assolutamente non puramente casuale.

Non fatevi fuorviare dal nome, il pallorum non è affatto un soggetto altamente noioso, bensì un personaggio dedito alla menzogna compulsiva. Dal "vado a prendere le sigarette in realtà mi intrattengo con una trans sudamericana" al "prima di raggiungere l'orgasmo ti avviso, tranquilla", il pallorum inquina l'esistenza di chi lo circonda con tossiche minchiate.

La solita Università de Sarcazzis ha analizzato lo sviluppo evolutivo del pallorum scoprendo che, durante il medioevo, una grave mutazione genetica (o qualche forma di zoofilia) ha generato un crossing tra i geni del camaleonte e quelli umani. Questo errore genetico rende possibile al pallorum di mimetizzarsi in modo meticoloso con l'ambiente circostante in modo da assicurare la massima riservatezza e discrezione sulle menzogne che, quotidianamente, disperde nell'universo.

Durante un mio corso di aggiornamento, tenutosi ad Amsterdam nel 2004, dal titolo "La Mariagiovanna sarà anche curativa, ma è proprio buona", il professor Svarionatys ha presentato un caso specifico di homo pallorum di cui parlerò di seguito.

Santino Maria, nome di fantasia che utilizzeremo unicamente a scopo illustrativo, è un uomo di 32 anni. Lavora nel mondo dell'intrattenimento, ha un tenore di vita benestante, non ha problemi a socializzare e ha sempre ottenuto ciò che desiderava grazie ad una strepitosa fortuna, detta anche "Sindrome del culo a buco nero che tutto attrae a sé". Un uomo da sposare, se non fosse per la sua irrefrenabile propensione a sparar palle.

E' una serena serata di settembre quando Santino Maria conosce Genoveffa. Il loro incontro riceve i favori di Cupido che, scoccando la sua freccia, li fa innamorare perdutamente. Per più di un mese Santino Maria e Genoveffa passano insieme tutte le loro giornate, tra serate romantiche al lago, amplessi furtivi nei misteriosi boschi di montagna, rassegne culturali e bricolage casalingo.

Genoveffa si sente felice, come non lo era da anni. Si ripete in modo ossessivo frasi quali "finalmente anche io sono amata", "ecco, è quello giusto", "oddio Dio esiste forse è il caso di staccare dal muro della cucina quel pentagramma satanico decorativo" e via dicendo. Ma Genoveffa è ancora ignara degli scherzi che il perfido destino le sta per far incontrare sul suo cammino.

Sono le 20.30 di un normale sabato sera italiano e Genoveffa si rende particolarmente attraente per l'amato Santino Maria. "So proprio faiga", pensa la giovane donna guardando la propria immagine riflessa nello specchio, "Questo push up mi stritola le tette al punto giusto, vuoi vedere che lo facciamo nel parcheggio del teatro". E si, il teatro, la meta designata per quella sera.

Le 21. Santino Maria è stranamente in ritardo e Genoveffa inizia a preoccuparsi: "Avrà avuto un incidente? Sarà stato malmenato da una ronda cittadina di leghisti armati? Oddio, Ciro! Ciro! Ciro! (no, questa era n'artra, scusassero)". Squilla il cellulare, Santino Maria avvisa la fidanzata che, a causa di una brutta influenza-meningite-ebola-sars fulminante a malincuore dovrà rinunciare alla rappresentazione teatrale programmata da giorni.

Passano due lunghissime giornate per Genoveffa, ormai sfigurata da bolle bordeaux per aver somatizzato un tantino troppo l'assenza del proprio passero. Finalmente i due si rincontrano e si perdono in un pomeriggio fatto di coccole e chiaccherate. Ma qualcosa sta per scuotere la vita dei due giovani amanti e, per favorire la vostra comprensione, è bene riportare il dialogo integrale della conversazione che ha dato il via alle dieci piaghe d'Egitto:

SM: Sai, come dice Marçelo nella pièce "Anche i tronisti possono recitare a teatro grazie agli intrallazzi sottobanco di Cicciobaffo", "L'amore è un apostrofo rosa fra le parole L'Esterna".
G: "... e come fai a sapere che dice Marçelo se invece di andare a teatro eri a letto febbricitante?"
SM: "Tesoro, suvvia che ingenua, ho letto l'opera"
G: "E' inedita!"
SM: "Ah no, hai ragione, ricordi il mio amico Luigino? Me ne ha parlato lui, sai che a queste prime teatrali non manca mai!"
G: "Ma il tuo amico Luigino non è quello in coma cerebrale da quattro anni?"
SM: "La smetti di essere sospettosa? Sei nel periodo premestruo?"
G: "Fottuto mentitore!"
SM: "Ma tesoro, sono basito!"
G: "Merdaccia umana, io mi sono preoccupata per te pensando stessi morendo di meningite fulminante e invece eri a teatro! Con chi? Dimmi il nome della zoccola, lo voglio sapere!"
SM: "Genoveffa, sei ingiusta, me ne vado e quando sarai più calma ne riparliamo!

Passano alcuni giorni e Genoveffa si convince di esser stata troppo affrettata nel giudizio, perciò telefona a Santino Maria per porgere le proprie scuse. Santino Maria accetta di buon grado il novantagradismo dell'amata e fissa un appuntamento galante. Il giorno dell'incontro, Genoveffa si sente elettricizzata perchè, finalmente, può porre fine all'assenza forzata con il fidanzato. Ma... i ritardi iniziano ad accumularsi... 15 minuti, 30 minuti, un'ora e mezza. Genoveffa prende in mano il telefono vittima di una lieve irritazione (leggasi: "Godzilla spacca la città") e chiama il fidanzato: "Ndo cazzo stai?!?" "Tesoro, ti sei confusa, dovevamo vederci dopodomani!". Genoveffa riaggancia e pensa di essersi si sbagliata. Dimenticando, stranamente, di avere una memoria elefantina che le permette di ricordare anche la composizione in percentuale del latte in polvere presente nella sua pappetta durante lo svezzamento.

Il giorno dopo la scena si ripete, con qualche variazione. Santino Maria chiama irritato Genoveffa lamentandosi con lo stesso "Ndo cazzo stai". La ragazza, giustamente, risponde che l'appuntamento era per la serata seguente, ricordando in modo certo la parola "dopodomani".

SM: "No, era per oggi, stupida!"
G: "Guarda, mi ricordo benissimo che hai detto "dopodomani"
SM: "Senti, io son qui come un cretino, vedi di raggiungermi!"
G: "Cor cazzo, ora vado a togliermi le pellicine dalle unghie dei piedi, a presto! Anzi, a mai più! E fottiti, merda!"

Genoveffa ha capito, le nubi si sono diradate, tutto è chiaro e limpido. E anche sticazzi, alla buon'ora. Forse quando Santino Maria faceva ritardo non aveva dimenticato le chiavi di casa dalla nonna malata, ma stava praticando autoerotismo in qualche bagno di autogrill. Oppure, quando le diceva che doveva lavorare fino a tardi, era intendo a fare il passivo in qualche parcheggio di Viadoslandia. E, peggio, quando le diceva che l'amava intendeva "amo tutte le diciannove zoccole che mi hanno praticato la fellatio questa settimana".
Santino Maria non è altro che un homo pallorum, un uomo dipendente dalla menzogna. Il terzo terribile stadio evolutivo dei casi umani, dopo i ben noti minchionis e indecisus.

Dopo aver familiarizzato con l'homo minchionis, il tempo è propizio per introdurre una nuova categoria di caso umano tipicamente maschile: l'homo indecisus.

Di intelletto leggermente superiore al collega minchionis, l'indecisus si caratterizza per avere l'innata capacità di far perdere la pazienza pure ad un monaco tibetano in coma. Figuratevi quindi quale reazione di rimbalzo di palle sul parquet può scatenare in tutte le persone normodotate che, si spera ma non ci conto, compongono la maggioranza della popolazione del nostro bel paese.

Il soggetto in questione non è in grado di prendere una decisione in assoluta autonomia. E non stiamo di certo parlando di temi di vitali importanza. L'indecisus, infatti, si troverà in profondo disagio semplicemente nel scegliere tra prosciutto crudo e cotto, figuratevi quindi quale cataclisma è in grado di generare in una relazione di coppia.

Ricordo ancora con vivo sentimento la struggente storia di una paziente che mi contattò disperata qualche anno fa. Il suo lui, un indecisus terminale, soffriva della sindrome più potente e distruttiva degli ultimi 50 anni: il "Fai tu".

Il "Fai tu", più fastidioso di un gatto attaccato ai maroni o di un brufolo sul deretano, configura una situazione di coppia che potremmo semplicemente definire con "minchia, che tedio". Qualsiasi domanda venga posta, l'indecisus cronico avrà queste due magiche paroline come risposta, causando nel partner sano grande irritazione, bolle violacee diffuse su tutto il corpo, diarrea, crampi, perdita dell'equilibrio, vomito a spruzzo modello "l'Esorcista" e cistite fulminante.

Si presuppone che, a domanda, si desideri ricevere una risposta chiara e confermativa. Perchè se mi devi rispondere il nulla, faccio anche a meno di sprecare il mio preziosissimo fiato per comunicare con te. Ma l'indecisus non è in grado di comprendere questo fondamentale step evolutivo che ha determinato la differenza dell'uomo dalle scimmiette di Mumbai (ed è l'unica differenza, perchè a livello di peli corporei sono assolutamente identici).

Comprendo che il tema può risultare di difficile comprensione e, per questo, mi avvalgo di utili esempi pratici chiarificanti:

  1. Planning della serata. Visitare posti amati è sempre fonte di soddisfazione ma spesso si sente il desiderio, probabilmente autolesionistico, di lasciarsi travolgere dalle passioni del proprio partner e buttarsi quindi nell'avventura inattesa di un safari selvaggio, qualora la serata implichi Playstation, biliardino e fantacalcio. Questa situazione non si verifica mai e poi mai qualora si ha a che fare con un "Fai tu" conclamato. Se questo breve dialogo vi risulta vagamente familiare, un consiglio: Scappate subito! "Tesoro, stasera voglio dedicarti totalmente la serata, facciamo quel che più ti piace!"... "Non saprei, dai fai tu!". Ed è subito tedio.
  2. Incontri Sessuali. L'indecisus non è nemmeno in grado di vivere una vita sessuale soddisfacente, perchè limita la propria soddisfazione per non scombussolare il nulla cosmico in cui si culla con una semplice, e banale, scelta. Ed è proprio per questo che al "Fai tu" piace indifferentemente star sopra o sotto, essere frustato o coccolato e via con le più impensabili dicotomie. Alcune ricerche dimostrano come alcune partner, lacerate dal dolore di questo limbo vivente, siano passate alle maniere pesanti con affermazioni quali "Tesoro, vuoi che ti penetro dietro con il bocchettone dell'autospurghi?". Sperando ovviamente che la paura potesse scuotere il piattume mentale del proprio uomo generando reazioni quali "Ma quale bocchettone, viè qua che te faccio vedè tutto er firmamento!". Ingenue. Ingenue, stolte e disinformate. Il "Fai tu" è una malattia incurabile, il virus è addirittura più mutevole di quello dell'HIV tanto che i ricercatori da tempo hanno gettato la spugna nell'elaborazione di una cura. E se non ci credete, chiedete pure al signor Contenti, che ancora intrattiene segretamente contatti con lo sblocca fogne di quartiere.
  3. Tradimento. Una definizione sicuramente non corretta, credo infatti che tradire un indecisus non possa essere contemplato come tradimento ma come "atto fondamentale per il miglioramento della società candidabile al prossimo premio nobel per la pace". "Amore, sono distrutta, ti devo comunicare che son cascata in questo tranello demoniaco... ieri sera l'ho data 5 volte a Samir il senegalese superdotato..." "Tesoro, fai tu, non c'è problema..."
  4. Dubbi sul rapporto. Condividere l'intera esistenza con un indecisus diventa un insopportabile via crucis per i poveri malcapitati e malcapitate. Finchè, una bella mattina scaldata dal tiepido sole della primavera, si riceve la famosa illuminazione sulla via di Damasco e si decide di metter fine a questa tortura. "Caro, sono stanca... non si può andare avanti così, non sai deciderti, non sai qul che vuoi, addirittura la mattina passi quaranta minuti logorato dalla scelta fra dentrifricio sbiancante o alle 4 erbe... Basta, o cambi, o me ne vado! Allora, ti impegnerai per il nostro rapporto? "Fai tu".
Attenzione però, l'indecisus affetto da "Fai tu" conclamanto non è affatto da confondere con un semplice mentecatto disinteressato. Non utilizza il fai tu, infatti, perchè nel frattempo non vi ascolta intento a sbavare mentalmente sui pistoni nuovi della macchina in garage. L'indecisus ascolta e registra certosinamente tutte le singole parole che escono dalla vostra boccuccia, ma non è in grado di esprimere un opinione. E' un encefalogramma piatto in un corpo che vive di riflessi incondizionati (e grazie alla recente legge sul testamento biologico non potrete nemmeno staccare la spina, sucatevelo con gioia per l'eternità and even more).

Che fare in questi casi? Sebbene il suicidio potrebbe essere sempre un'ottima soluzione (chiunque si circonda da un partner "Fai tu" vuol dire che ha anch'esso dei seri problemi di gestione della vita), sarò magnanimo e vi suggerirò la tecnica che la dottoressa Vaginite (si pronuncia all'inglese, vagIAnAit) sviluppò negli anni 20 a seguito di un irrisolvibile e pruriginoso tedio.

Il protocollo prevede la recitazione del seguente mantra:
CHE CAZZO CI FAI ANCORA LI?

.....No, a dire il vero sei tu che mi segui come uno Yorkshire ammaestrato.


Sembrano scemi, ma in realtà hanno come un radar che ha del miracoloso e che nel vuoto cosmico delle loro menti gli permette di captare solo le informazioni che gli potranno essere utili in futuro.
E' così che creano il database del paraculo compiacente.
Praticamente funziona in questo modo: tu parli, e loro sentono solo BLA BLA BLA BLA, poi nel tuo discorso ti capita casualmente di indicare un qualcosa che incontra particolarmente i tuoi gusti, ed è la fine. Loro segnano del database di cui sopra questa informazione per poi rivendersela al momento più utile, magari dopo una litigata, o quando reputano opportuno farteli sentire più vicini.
Certamente è bello, parlando con qualcuno citare un film, e pensare che quella citazione la avrebbe capita solo quel particolare lui, ma questo incontro di interessi deve essere spontaneo, non un sintomo del CASO UMANO DELLO YORKSHIRE AMMAESTRATO.

Alcuni esempi pratici della patologia in esame:



- "Io adoro Woody Allen, penso che stasera mi vedrò Io e Annie" e lui tempo zero eccolo che sta sul torrent a scaricare il film per poi chiederti il giorno dopo se hai riso anche tu alla battuta sulla nonna che occupava il tempo a farsi stuprare dai cosacchi. Il che ti suona strano visto che la sera prima non aveva idea di chi fosse Diane Keaton.

-"Oh sono così avanti che ho scoperto quel gruppo indie polacco che conoscono in 5!!" lui abbozza e il giorno dopo magicamente conosce tutte e 4 le canzoni reperibili su internet.

-"Io reggo bene l'alcol, ma col daiquiri frozen alla banana parto come un beduino con l'insolazione" e guarda caso ti dirà che proprio quella sera aveva provato lo stesso drink, dopo averlo cercato per 12 bar diversi.

-Ultimo caso, che deve necessariamente far partire un campanello di allarme: in un momento di totale fancazzismo su facebook si diventa fan anche della nonna del vicino, e dopo poche ore, si scopre che anche lui è fan della nonna del tuo stesso vicino, anche se magari vive in un'altra città, e non ha idea di come si chiami il tuo vicino.



Ma questi sono esempi lampanti, ci sono anche i casi in cui il database li sorregge molto più subdolamente, per esempio durante un incontro galante. Per l'occasione lui si presenta vestito con quel completo per il quale settimane prima avevi espresso apprezzamento, e tu esclami
"ooooo ma come siamo eleganti!!!"
e lui risponde (con il piglio del consumato attore di fiction uscito da BORIS, faccia BASITA e VOCE IMPOSTATA)
"grazie!!!....ahhhh ma ORA CHE MI RICORDO mi sembra che tu un giorno mi dicesti che ti piaceva questo abbinamento", in realtà il database del paraculo segna anche giorno e ora in cui glielo hai detto ma questo lo tace, per i momenti di maggiore bisogno.

Diciamocelo, tutto questo in fase di corteggiamento o nei primi mesi può anche fare piacere.
La situazione però è diversa dopo una crisi che ti ha fatto capire che non ne vuoi proprio sapere più nulla di lui.
Infatti, quando ormai hai appurato l'esistenza di questo database e ne hai fatto anche un backup come i migliori esperti informatici di C.S.I. per non farti fottere l'ennesima volta, l'utilizzo spudorato di questa tecnica ti porta ad un passo dall'omicidio.
Ed ecco il caso.
Dopo mesi che non si sente ricompare per dirti che CASUALMENTE oggi ti ha pensato perchè, sempre CASUALMENTE, è finito ad una retrospettiva di Woody Allen a un cinema che dista appena a 200km da casa sua (il fatto che ci sia effettivamente stato è, chiaramente, irrilevante).
Così, nel bel mezzo del discorso lui, che evidentemente si è rifatto vivo solo per dirti questa cosa di fondamentale importanza, piazza provvidenzialmente questa frase
"ma ti ricordi quante cose avevamo in comune? eravamo anime gemelle, perchè non proviamo a ricomporre i cocci?"


Certo perché io mi ricorderò di quanto ti piacciono i miei stessi film nel momento in cui fantasticherò su come ucciderti usando solo un cucchiaio, una chiave e l'acido muriatico.



P.s. con questo post ho inaugurato una nuova categoria, quella del CE STAVO GIUSTO A PENSA', ossia: metodi di approccio del caso patologico.

26.3.09

So figo perchè c'ho la smart

www.tips-fb.com Pubblicato da Freud |


Cari lettori, come promesso eccoci giunti alla prima dissertazione riguardo a casi limite, ma largamente diffusi, di homo minchionis.

La mia etica professionale impone di sottolineare che persone e fatti riportati sulle pagine di questo blog non sono affatto puramente casuali. Sono tutti, purtroppo, tristemente veri.

Mi inoltro, quindi, nella descrizione del soggetto prescelto per inaugurare la nostra interessante rassegna di minchionis imperiali, presentando "il giovane quarantaduenne single realizzato e soddisfatto perchè c'ho la smart".

Immaginatevi una tranquilla serata passata a colpi di telecomando, piumone, nutella e brufoli. Siete totalmente assorti dalla sensuale voce di quella presentatrice che risponde al nome di MaVia Defilippi quando, all'improvviso, il vostro cellulare emette un irritante suono accompagnato da una lieve vibrazione, tanto lieve da smontare il tavolino Ostrugtag (o qualche altra incomprensibile sigla) che avete assemblato con tanto sudore della fronte, seguendo alla lettera tutte le istruzioni Ikea.

La nutella ha debitamente stimolato le vostre endorfine, giacete quindi in uno stato pseudo euforico che rende molto difficile il contatto con la realtà. Convinti di aver ricevuto l'ennesimo spot pubblicitario da parte del vostro operatore che, evidentemente, ha bisogno di più denaro per migliorare le doti recitative di Gattuso, vi accorgete di aver ricevuto IL messaggio. Lui, il bonazzo (ma neanche troppo) bramato per mesi e che mai vi ha degnato di uno sguardo vi propone una passeggiata sbarazzina. Sempre la nutella vi fa dimenticare che forse, ma forse, il tizio non è poi così bonazzo da farvi desistere dall'accorta attenzione conferita a caVte, collo del piede, televoto e Platinette.

In poco meno di un nanosecondo siete in grado di caricare la lavatrice, far doccia-scrub-tonico-trucco-parrucco, stirare, vestirvi, portar a spasso il cane della vicina e raggiungere il luogo del tanto atteso incontro.

Vi ritrovate in un localino chic, un po' indie, un po' english, un po' sarcazzo semo provinciali ma richiamà li ameriggani fa tanto fescion. Mentre voi ostentante una mise pressochè perfetta, degna dei migliori personal shopper mondiali, vi accorgerete che il vostro compagno sembra esser stato vestito da Stevie Wonder.

Con un balzo felino riuscite a bypassare il look da quadro cubista del vostro lui, puntando sull'amabile conversazione. Ed ecco il vostro primo passo falso. Mai, e ribadisco mai, servire su un piatto d'argento al proprio partner la possibilità di farvi la cronostoria della propria inutile esistenza. Per le seguenti due ore dovrete subire la descrizione dettagliata della sua infazia, la commozione per il primo gol effettuato per la squadra dell'oratorio di paese, le cicatrici causate dal terribile incontro con uno sharpei nano ("dovevi vedere come era grosso e agguerrito!) e altre amenità del genere di cui, scusate il francesismo, non ve ne fregherà un'emerita minchia.

Accortosi del vostro palese disinteresse (quando la palpedra cala, nun ce sta chiu nulla da fa), il minchionis deciderà di puntare sulla sua arma più temibile: la figosità. Elencherà le ore di palestra inutilmente sprecate nel tentativo di liberarsi definitivamente dei lardominali, i miliardi raccolti grazie alla sua attività di manager per qualche sconosciuta azienda, tutti i gadget tecnologici di cui si è riempito casa (tra cui il regola peli delle orecchie di Mediashopping) e varie ed eventuali. Con sguardo fiero vi svelerà "Sai, non ci crederai, ma io ho 42 anni! Ne dimostro meno, vero?" e nel mentre voi penserete "42? Cazzo gliene davo almeno 48!". Infine, parlerà diffusamente della sua figosissima Smart, l'auto che non presenta nemmeno lo spazio per la sportina della spesa ma è cool e fescion.

Improvvisamente vi ritroverete a rispondere ad un'annosa domanda trabocchetto: "Vuoi farci un giro?". E qui farete il vostro, gravissimo, secondo errore. Esistono i taxi, esistono i mezzi pubblici, esistono i cavalli zoppi e i risciò. Pensate davvero che, con questa scusa, lui vi riporterà comodamente a casa? Suvvia, non vorrei troppo scuotere la vostra autostima ma Babbo Natale, se eventualmente dovesse esistere, non passa le sue serate ad accudire le renne, ma sta con la Befana in qualche circolo di scambisti.

Salite su questa pseudo automobile a prova di claustrofobia e, in pochi minuti, vi ritroverete parcheggiati dietro qualche cimitero o, peggio, di fianco alla stazione dei treni. Il vostro lui crederà di essere ineluttabilmente sexy e, forte di questo coraggio, inizierà a passare le sue mani sulle vostre ginocchia. Che cosa ci sia di eccitante in un ginocchio ancora mi sfugge. Mentre lui cercherà di carpire la passione nel vostro sguardo, voi non avrete che occhi per i vari malviventi che costituisco la fauna e la flora del luogo in cui siete approdati. Tra lo spaccio generalizzato, gli stupri di gruppo, le ronde di benevoli cittadini che prestano il loro prezioso tempo per la sicurezza cittadina (ma hanno chiuso improvvisamente tutte le bocciofile?), vi sentirete decisamente a proprio agio.

Il minchionis, e non poteva essere altrimenti, non coglierà affatto il vostro stato d'animo pre morte conscia. Egli, infatti, supportato dal mononeurone che rimbalza da un lato all'altro della scatola cranica a ricordo delle ore perse giocando a Pong, interprerà la vostra tremarella come segno di evidente emozione positiva pre amplesso. E si spingerà anche oltre, dichiarando con voce sicura: "Mi piaci da pazzi, voglio fare una pazzia, facciamolo qui, ora, al primo appuntamento".

La paura, fortunatamente, fa scattare negli umani una straordinaria reazione di forza per uscire dalle situazioni di pericolo e garantire la sopravvivenza. Tuttavia, non è il vostro caso. Qui, infatti, cadrete nel vostro terzo errore. Invece di spalancare la portiera, correre verso lo spacciatore, minacciarlo con il vostro tacco 12 per costringerlo a portarvi a casa in spalla, l'unica cosa che vi passerà per la testa sarà di comunicare al partner "ma su una smart? come si fa, i sedili mica si reclinano".

Grazie a questa scaltra mossa, il minchionis raggiungerà il massimo livello di eccitazione pensando "Evvai, si tromba a casa, e mi sono anche ricordato, dopo un mese, di cambiare le lenzuola!". Gli ormoni saranno talmente sovrastimolati che in alcuni casi si può addirittura assistere a casi di eiaculazione precocissima, detta anche "aspetta almeno di levarti le mutande" o "You better come home, Speedy Gonzales".

Tuttavia, proprio mentre il minchionis fantastica se è meglio farlo sulla lavatrice in centrifuga o attaccati al lampadario, l'effetto rincoglionente della nutella inizierà a scomparire e, poco a poco, le vostre facoltà mentali ritorneranno a funzionare a dovere. Riuscirete anche ad evitare l'insulto non troppo gratuito, che ci starebbe anche a pennello, e con grande sicurezza aprirete la borsa di Mary Poppins: le scuse più inverosimili che funzionano sempre. Tra uno "Scusa, ma ho a casa il gatto con la colite" e un "Cazzo, devo proprio finire entro domani mattina i mutandoni all'uncinetto per mia nonna malata", il minchionis percepirà che non vi è alcuna possibilità di inserire il proprio Rocco Siffredi in qualche vostro orefizio.

Le persone normali, arrivate a questo punto, incassano a malincuore il sonoro due di picche implorando di mantenere l'accaduto strettamente confidenziale. Arrivando, a volte, a farvi giurare sulla vita del vostro caro nonno materno (già deceduto nell'85, ma tanto lui non lo sa).
L'homo minchionis invece qui si rivela in tutta la sua inutilità. Nel tragitto luogo di spaccio-casa vi riempirà di insulti irripetibili e, una volta sotto il portone, cercherà di scaraventarvi in corsa fuori dalla Smart.

Non disperate, bisogna sempre considerare il bicchiere mezzo pieno. Primo, memorizzate i tre errori sopraelencati e cercate di evitarli in futuro. Secondo, gioite. Voi avete si passato una serata di merda, ma lui avrà i coglioni blu. Per tutto il resto, c'è mastercard.

25.3.09

Se lo sapesse il vero Freud...

www.tips-fb.com Pubblicato da Freud |


... probabilmente si rivolterebbe nella tomba.
Non di certo perchè ho preso in prestito indebitamente il suo nome. Ma per la follia raggiunta dall'uomo di oggi. Siamo ormai passati dall'homo sapiens all'homo minchionis: orgogliosamente inetto, palestra-cosmesi-lifting-viagra dipendente, totalmente privo di buongusto così come dimostrato dai pessimi tatuaggi di cui si riempie il corpo.

L'Università de Sarcazzis, il famoso ateneo che tante risorse ha dedicato alla ricerca del gene dell'idiozia, ha recentemente dimostrato che la situazione di homo minchionis è, purtroppo, irreversibile. Trasversale ad ogni ceto sociale e orientamento sessuale, il minchionis si impone come nuovo modello evoluzionistico segno che Darwin, con i suoi piselli, qualcosa ha cannato.

Il CULO (Centro Umanistico Locale Ostiense) ha recentemente tracciato un profilo sociodemografico dell'homo minchionis italiano, rinverdendo alcune teorie lombrosiane che si ritenevano, erroneamente, ormai superate. Analizziamole nel dettaglio.

  1. Sguardo da trota scongelata: se è vero che gli occhi sono la parte più attraente di una persona, vi conviene dirottare la vostra attenzione sugli alluci. Il minchionis ha, infatti, l'occhio poco vispo, spento, rivolto al nulla. Per riconoscerlo basta un piccolissimo test. Ponete al vostro lui una qualsiasi domanda di interesse generale, ad esempio, "Scusa, sai per caso di che colore è il cavallo bianco di Napoleone?", e potrete notare come immediatamente la pupilla si dilata e contorce fino a raggiungere le sembianze di un punto di domanda.
  2. Sproporzione tra massa corponea e circonferenza cranica: solitamente il minchiones ha spalle provinciali, addominali da far impallidire le tartarughe centenarie delle Galapagos, gambe da calciatore provetto e terga marmoree. Ma un cranio terribilmente piccolo, opportunamente mimetizzato da qualche acconciatura fashion.
  3. Falsa rappresentazione del proprio io sessuale: il minchionis si autoconvince di essere superdotato. Ostenta sicumera in movimenti pseudo sexy, struscia le mani compulsivamente sui boxer leopardati firmati da qualche stilista del disgusto e, orgoglioso, mostra la propria virilità credendo di offrire al popolo un Rocco Siffredi di tutto rispetto. In realtà, una volta levato l'underwear, il nulla cosmico si materializza. E attenzione al sesso orale, potrebbe rimanervi incastrato tra il millimetrico spazio tra un dente e l'altro.
  4. Vestiario, tatuaggi e cura del corpo: il nostro soggetto ostenta i più svariati tatuaggi, tali da raggiungere il limite umano della tamarraggine. Nomi di precedenti ragazze tramutati alla benemeglio in simpatici fiorellini, frasi di invisi cantautori quali Gigi D'Alessio, angeli storpi, decorazioni greco-romane e via dicendo. La cura del corpo è ricercata in maniera maniacale: soppracciglia spinzettate con dovizia certosina, cosmetici anti età come se piovesse e depilazione totale del corpo, ad eccezione di una piccola area a forma di stella o cuoricino sul pube. Inoltre, il minchionis abbellisce il proprio essere con degli abiti tristissimi: jeans di due taglie in meno per metter in evidenza il pacco (rileggere il punto 3, ndr), magliettine con le più inutili scritte quali "sex machine", catenazze ricordanti la ferraglia che si usava negli anni '80 per legare il "Ciao" al cancello di casa, scarpe a punta di pelle di stambecco con tacchetto annesso.
Direi che, come introduzione, può bastare. Certe verità devono essere svelate a piccole dosi, non voglio essere responsabile di attacchi di panico di massa, incubi, menopause anticipate e suicidi sul metrò.

Nella prossima puntata, entreremo nel dettaglio analizzando un caso tipo di questo homo minchionis: il giovane quarantaduenne single realizzato e soddisfatto perchè "c'ho la smart".

25.3.09

Prego, si accomodi e mi dica qualcosa di lei...

www.tips-fb.com Pubblicato da Jung |

Ecco, no.
Mai iniziare così, perchè questo equivale alla propria condanna a morte.
Quindi, per pura necessità di sopravvivenza, la mia intenzione qui è quella di essere IO a parlare, perchè come tutti i bravi psicoterapeuti ho bisogno di parlare di tutti gli esemplari problematici che mi si presentano, per alleggerirmi lo spirito ed evitare l'implosione neuronale.
Ebbene, ce ne sono una marea, io sono specializzato in casi umani, per lo più di genere maschile. Sì perchè se una buona parte degli esponenti di detto genere non ha bisogno di una terapia per i propri neuroni perchè ne è congenitamente sprovvista, e crede che la vita si risolva in serate in discoteca, tute adidas e accessori firmati, io sono una calamita per tutti gli altri.
Casi chiari e conclamati di bipolarità, complessi edipici, sindromi di Peter Pan, egoismo parossistico nonché, e questi sono i casi più diffusi, FALLOCEFALI, altrimenti noti come teste di cazzo.
Questo vuole pertanto essere, oltre che uno sfogo, uno studio dei vari esemplari maschili, e a volte anche femminili per la questione delle pari opportunità (sennò viene la Carfagna con quegli occhi a palla e la cosa potrebbe essere davvero troppo inquietante per la mia mente già eccessivamente sollecitata), volto a trovare le falle della mente umana, per capire perchè i rapporti tra i sessi, in qualunque modo combinati, siano così patologicamente MALATI.
Vari studi, elencati dal mio esimio collega, dimostrano quante e quali specie di casi umani si possano incontrare al giorno d'oggi. Per cui, per la teoria del SE LO CONOSCI LO EVITI, è bene catalogare tutte le possibili malattie mentali che si celano dietro alle persone da cui siamo attratti o, peggio, dietro a quelle che sono attratte da noi.
Dietro a un bel faccino, o a una mente brillante si può nascondere di tutto...questi occhi hanno visto e sentito cose che voi umani non potete nemmeno immaginare [cit.] e per questo vado ad illustrarvele, perchè voi riconosciate i sintomi e scappiate il più lontano possibile.
Insieme possiamo farcela, Yes we can (quello era un altro ma va bene lo stesso).

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